|
Non
so se hai mai incontrato un uomo stanco, uno
dei tanti che ti passano accanto; lo
riconosci dal sudore delle ascelle, dallo
sguardo che non sembra mai arrivare. Non
se hai mai provato a chiedere perché del
suo passaggio transitorio, dal
peso del suo corpo, dalla
sua barba incolta. Non
so se hai mai cercato la
vita che nasconde, dal
fiato lungo e penetrante, dalle
rughe in fronte come collera dal cielo. Non
so se hai mai vissuto per capire di
che pasta è fatta la tua carne, se
al vento spargi solo male se
hai visto un solo suo sorriso. Dimmi
dal tuo canto in
questa vita ormai trascorsa dove
porta questo mare, se
c’è ancora voglia addosso, e
se dovró cambiare. Francesco
Privitera
Aprile 2001 |